I terremoti di Ferrara del 1570 - 1574 e la fioritura di studi sulla storia sismica

Autori

  • P. Albini
  • G.M. Calvi
  • M. Stucchi

Abstract

Capita spesso, dopo un terremoto distruttivo, che qualcuno decida che è ora di fare il punto sulle conoscenze sui terremoti nella sua regione o in un‘area più vasta: e, fare il punto, significa spesso riassumere le conoscenze sui terremoti del passato, ovvero sulla storia sismica. Fra gli innumerevoli esempi italiani di pubblicazioni ispirate da un terremoto, si possono citare l’umanista Filippo Beroaldo (1505), che scrisse il suo “De terraemotu” dopo la sequenza del bolognese di fine 1504 - inizio 1505 e ancora, Marcello Bonito (1691) che, in soli due anni e mezzo, a seguito del terremoto del giugno 1688 nel Sannio, consegnò alle stampe la straordinaria opera “Terra tremante, o vero, Continuatione de terremoti, dalla creatione del mondo sino al tempo presente”, che raccoglie, forse per la prima volta, e in modo critico, informazioni sui terremoti di tutto il mondo allora conosciuto. L’iniziativa di compilare la storia sismica di un territorio continuò nel seguito, ad esempio per il terremoto di Lisbona del 1755, i terremoti calabresi del 1783 e moltissimi altri, e continua fino ai nostri giorni.
Quello che accadde a seguito dei terremoti ferraresi è particolarmente sorprendente. I terremoti in sè stessi non furono particolarmente violenti...

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