La classificazione sismica in Italia, oggi

Autori

  • C. Meletti
  • M. Stucchi
  • G.M. Calvi

Abstract

In questo articolo si fa il punto sulla situazione della cosiddetta “classificazione sismica” in Italia. Con classificazione sismica si è inteso, fino al 2009, l’associazione dei vari comuni italiani a una categoria, o zona, sismica, e conseguentemente alle relative prescrizioni per le costruzioni, di severità crescente. A partire dal 2000 le competenze in materia di normativa sismica sono state ripartite fra stato e regioni; in particolare la classificazione sismica è stata affidata a queste ultime (la Regione Lombardia ha emanato nel 2014 il proprio decreto ma ne ha rinviato l’attuazione all’ottobre 2015). Nel periodo che va dal 2003 (Ordinanza PCM 3279) al 2009 (entrata in vigore delle NTC08) le classificazioni sismiche regionali sono state modificate varie volte e a tali modifiche si sono accompagnate deroghe di varie natura. Dal 2009 le NTC08 determinano l’azione sismica di riferimento in un modo diverso da prima, passando da quattro zone, e quindi quattro spettri di progetto, per tutto il territorio a valori puntuali. Di conseguenza la classificazione sismica ha mantenuto soltanto il compito di indirizzare controlli sui progetti e di determinare priorità di intervento. Per questi obiettivi si possono ipotizzare per il futuro indicatori diversi da quelli attuali

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