Attivismo, farmaci antiretrovirali e riplasmazione del sé come forme di cittadinanza biopolitica
DOI:
https://doi.org/10.14672/ada2006147%25pParole chiave:
attivismo, farmaci antiretrovirali, cittadinanza biopolitica, sofferenza sociale, AIDSAbstract
Questo articolo esamina l'intersezione tra attivismo, farmaci antiretrovirali (ARV) e riformazione del sé come espressioni di cittadinanza biopolitica. Esplora lo spostamento dell'attivismo per l'HIV/AIDS dalla semplice consapevolezza e dall'uso del preservativo a un impegno diretto con la malattia attraverso l'aumento dei test HIV e l'accesso alle cure. Questa transizione, guidata dalla disponibilità di farmaci antiretrovirali, ha portato all'emergere di una “cittadinanza terapeutica”, in cui le identità e i ruoli sociali degli individui sono modellati dal loro stato di salute e dall'accesso alle cure.
L'articolo analizza come i farmaci antiretrovirali non solo abbiano migliorato i risultati sanitari, ma abbiano anche favorito una forma di attivismo sociale incentrato sulla lotta per l'accesso ai farmaci. Questo attivismo è legato alle disuguaglianze globali, poiché la lotta per ottenere farmaci antiretrovirali a prezzi accessibili mette in luce le complesse dinamiche dell'industria farmaceutica globale e delle leggi sulla proprietà intellettuale. L'articolo approfondisce anche le implicazioni più ampie di questo attivismo terapeutico, suggerendo che esso rappresenta una forma di biosocialità moderna, in cui le identità sociali sono sempre più legate alle condizioni biologiche e agli interventi medici. Analizzando il caso dell'HIV in Africa, questo articolo illustra come la cittadinanza terapeutica sfidi le nozioni tradizionali di identità e comunità, integrando i progressi biomedici nel tessuto sociale. Questa integrazione dimostra come le iniziative di salute globale e le realtà locali interagiscano per rimodellare sia le vite individuali sia gli strati sociali collettivi.
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