Sguardo sulla vita di uno sciamano Wichí
DOI:
https://doi.org/10.14672/ada2012174%25pParole chiave:
Storie di vita, Wichì, Sciamanesimo, Etnografia, Narrazione biograficaAbstract
L’autrice torna tra i wichì nel 2010: gli ultimi sciamani incontrati all’inizio degli anni ’80 sono morti tra il 2002 e il 2003 e rimangono solo alcuni “aiutanti” con le loro pratiche ridotte, e un vecchio hayawé che esercita in solitudine e isolamento. A partire dagli anni ’90 i nuovi cristianesimi pentecostali, la chiesa anglicana e i culti carismatici hanno trasformato gli sciamani in un’istanza liminale, oggetto di discredito e sospetto. Mentre i figli hanno progressivamente abbandonato la professione sciamanica dei padri, i nipoti manifestano un rinnovato interesse per queste figure. Nel tentativo di colmare questa sete di conoscenza delle nuove generazioni, l’autrice ricostruisce il percorso iniziatico dell’ hayawé A.D., attraverso le interviste e i racconti raccolti nel corso di una ricerca etnografica condotta nel 1980.
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