Spazi di separazione e interazione tra “locali” e “forestieri” in un paese dell’Appennino tosco-emiliano
DOI:
https://doi.org/10.14672/ada20232pp109-126Parole chiave:
Confini, Trasformazioni, Appennino tosco-emiliano, Migrazioni, sri lankaAbstract
La ripresa demografica che coinvolge alcuni comuni montani porta oggi a interrogarsi sulle pratiche di radicamento dei nuovi abitanti sulla trasformazione dei luoghi in cui vivono. Questo articolo prende in esame una località dell’Appennino parmense, in cui confini invisibili definiscono gli ambiti della socialità delle due componenti prevalenti nella popolazione: quella “locale” e quella formata da immigrati srilankesi per lo più cattolici. Tuttavia, la linea di demarcazione è mobile e va oltre alla restanza e alla migrazione: è costruita su regole non scritte e talvolta si frantuma. È questo il caso del giorno della Madonna della Pace in cui la presenza migrante è necessaria per portare l’effigie in processione poiché sono assenti i giovani locali. Si presenta qui il contesto di interazione dei due gruppi tentando di delineare un quadro di insieme della loro relazione con il territorio in cui vivono.
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