Antropologia https://ledijournals.com/ojs/index.php/antropologia <p><em>Antropologia</em>, rivista semestrale, dibatte temi e oggetti cruciali per l’antropologia contemporanea in Special Focus e fascicoli di articoli liberamente proposti dai singoli autori. E’ disponibile su internet gratuitamente.</p> <p>Antropologia pubblica articoli scientifici originali su segnalazione di due revisori anonimi.<br />I titoli, gli abstract e le parole chiave sono pubblicati anche in inglese per facilitare la localizzazione dei lavori e la loro diffusione internazionale.</p> <p>ISSN: 2281-4043 E-ISSN: 2420-8469<br />La rivista è in classe A per l’area 11 A5 nella classificazione dell’ANVUR</p> <p>È possibile acquistare i fascicoli cartacei ed abbonarsi <a href="https://www.ledizioni.it/riviste/antropologia/" target="_blank" rel="noopener">dal sito Ledizioni</a></p> Ledizioni-Ledipublishing it-IT Antropologia 2281-4043 <ol type="a"><li>Gli autori mantengono i diritti sulla loro opera e cedono alla rivista il diritto di prima pubblicazione dell'opera, licenziata sotto una <a href="https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/" target="_blank">Licenza Creative Commons - Attribuzione</a> che permette ad altri di condividere l'opera indicando la paternità intellettuale e la prima pubblicazione su questa rivista.<br /><br /></li><li>Gli autori possono aderire ad altri accordi di licenza non esclusiva per la distribuzione della versione dell'opera pubblicata (es. depositarla in un archivio istituzionale o pubblicarla in una monografia), a patto di indicare che la prima pubblicazione è avvenuta su questa rivista.</li></ol><p><img src="/ojs/public/site/images/ledi_admin/CCBY-large.jpg" alt="Creative Commons License - Attribution" align="middle" /></p> Un Mattone per ricostruire un paese: le traiettorie di costruzione di tipicità della torta Mattone di Bressana Bottarone (PV) https://ledijournals.com/ojs/index.php/antropologia/article/view/2464 <p>L’articolo affronta il tema della “tipicità” dei prodotti di una comunità proponendo una lettura performativa di questa categoria, ovvero mostrando in chiave etnografica come l’individuazione dei prodotti detti “tipici” rappresenti un processo che coinvolge una comunità in un processo di costruzione del prodotto e del suo significato in risposta alle sfide che deve affrontare. A tal pro, si approfondisce il caso studio della Torta Mattone di Bressana Bottarone (PV) e della sua storia, evidenziando come nell’arco di cinquant’anni questo dolce sia stato creato e ricreato come simbolo della comunità al fine di dare una risposta alle pressanti necessità vissute da essa di fronte ai cambiamenti socio-economici che l’hanno percorsa. Così facendo, queste pagine dettagliano questa micro-storia gastronomica, mostrando come la torta mattone diventi parte di un’economia affettiva (Ahmed 2004) funzionale al mantenimento della coesione sociale e culturale del paese dell’Oltrepò pavese.</p> Michele Filippo Fontefrancesco Copyright (c) 2024 https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2024-07-24 2024-07-24 11 1 149 175 10.14672/ada20241pp149-175 L’anti-politica delle policies abitative in Italia: uno sguardo di medio/lungo periodo https://ledijournals.com/ojs/index.php/antropologia/article/view/2461 <p>Il campo etnografico che ha al centro la casa e la sua declinazione come questione abitativa in Italia, mostra la necessità di dare profondità al presente attraverso una prospettiva di medio/lungo periodo sulle policies abitative, legando assieme politica e cultura. Nel trattamento istituzionale del disagio abitativo confluiscono grandi temi, tra i quali la produzione dei poveri ‘utili’ o ‘indesiderabili’ e dei dispositivi di controllo della popolazione; così come i processi di costruzione, materiale e simbolica, delle periferie, di displacement, gentrification, di finanziarizzazione, e di (ri)configurazione dello Stato sociale. Proprio perché intorno all’abitare si tessono storie di violenza strutturale, l’analisi che qui si propone sceglie una scala nazionale, oltre ad una postura che apre ad altre discipline, per individuare fils rouges che attraversano le politiche abitative dal secondo dopoguerra a oggi, appoggiandosi per la scelta del periodo ad una lettura consolidata, e costruendo il discorso con contrappunti da etnografie, ricerche e studi.</p> Sabrina Tosi Cambini Copyright (c) 2024 https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2024-07-24 2024-07-24 11 1 177 201 10.14672/ada20241pp177-201 Apologia dell’etnografia: riflessioni metodologiche in margine all’Apologia della storia di Marc Bloch https://ledijournals.com/ojs/index.php/antropologia/article/view/2524 <p>Negli ultimi anni della sua vita, lo storico francese Marc Bloch visse in clandestinità come partigiano contro gli invasori nazisti e, allo stesso tempo, portò avanti febbrilmente il lavoro di scrittura di un libro sul mestiere di storico e sulla difesa della storiografia come scienza fondamentale. Ma la stesura di quelle pagine venne interrotta dal destino tragico che proprio la storia riservò al loro autore: Bloch venne catturato dai nazisti e fucilato nel giugno del 1944. Quel manoscritto interrotto è però arrivato fino a noi: <em>Apologia della storia</em> o <em>Mestiere di storico</em>. È un libro la cui influenza sarebbe andata anche al di là della storiografia. Proprio in virtù di questo suo carattere interdisciplinare, e attraverso l’esperienza di traduzione di una nuova e accresciuta edizione italiana del libro, questo articolo riflette su alcune possibili indicazioni che se ne possono trarre per la pratica dell’etnografia. Quali suggestioni e insegnamenti potrebbe trarre per il proprio lavoro sul campo un’etnografa o un etnografo che legge l’Apologia della storia? È questa la domanda fondamentale di questo contributo, che si concentra su tre di quelle possibili suggestioni e parallelismi: l’osservazione, la trasmissione e la difesa dell’etnografia.</p> Lorenzo Alunni Copyright (c) 2024 https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2024-09-02 2024-09-02 11 1 203 217 10.14672/ada20241pp203-217 Pratiche sportive, scelte dietetiche e strategie di resistenza in palestra https://ledijournals.com/ojs/index.php/antropologia/article/view/2525 <p>L'articolo analizza le diverse modalità in cui la pratica sportiva e i regimi dietetici si compongono nell’ambito del fitness per costruire una concezione della “forma” fisica che assume anche connotazioni morali. A partire dagli esiti di una ricerca etnografica condotta in una palestra del Nord Italia, si mostrerà come attraverso l’allenamento e specifici regimi alimentari, i praticanti elaborino codici e significati sociali che non devono essere compresi esclusivamente in termini normativi ma come spazi di riappropriazione del corpo in cui diventano possibili processi di soggettivazione e di attribuzione di significato talvolta resistenziali rispetto a quelli dominanti. In particolare, si analizzeranno i processi di ri-significazione degli utenti di alcune retoriche e pratiche che informano la cultura della palestra, finalizzate al raggiungimento di una condizione di “benessere” che passa attraverso l’apprendimento della capacità di “sentire il corpo”.</p> Silvia Barberani Copyright (c) 2024 https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2024-09-02 2024-09-02 11 1 219 240 10.14672/ada20241pp219-240 Recensioni https://ledijournals.com/ojs/index.php/antropologia/article/view/2462 <p>Angela Biscaldi, Daniela Danna, Chiara Quagliarello, 2023, <em>Nella pancia delle donne. Prospettive socio-antropologiche sulla gravidanza nella società globale</em>, Milano, Ledizioni LediPublishing</p> <p>Marco Gardini, 2023, <em>Anzianità e invecchiamento in Africa e nella diaspora: Prospettive antropologiche</em>, Roma, Carrocci editore</p> <p>Beth Singler and Eileen Barker (eds.), 2022, <em>Radical Transformations in Minority Religions</em>, London-New York, Routledge</p> <p>Georges Balandier, 2022, <em>La situazione coloniale e altri saggi</em>, A cura di Alice Bellagamba e Rita Finco, Milano, Meltemi</p> Autori Vari Copyright (c) 2024 https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2024-07-24 2024-07-24 11 1 241 255 10.14672/ada20241pp241-255 Note sugli autori https://ledijournals.com/ojs/index.php/antropologia/article/view/2463 <p>Note sugli autori</p> Autori Vari Copyright (c) 2024 https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2024-07-24 2024-07-24 11 1 257 264 10.14672/ada20241pp257-264 Introduzione. Maternità e migrazioni: temporalità, rappresentazioni, equilibri https://ledijournals.com/ojs/index.php/antropologia/article/view/2454 <p>Questo special focus intende contribuire al dibattito sull’intersezione tra maternità e migrazione analizzando i modi in cui i processi migratori, riproduttivi e genitoriali si influenzano reciprocamente. Questa introduzione ripercorre alcuni passaggi teorici e tematici di tale dibattito e si sofferma su due aspetti che emergono e collegano tra loro i saggi raccolti: la dimensione della temporalità e le rappresentazioni delle e sulle donne. La temporalità è una lente analitica utile per cogliere la dimensione processuale e i cambiamenti nel tempo che interessano migrazioni e maternità, ma è anche un’esperienza socialmente plasmata che viene subita, negoziata e appropriata dalle donne. Le riflessioni sulle rappresentazioni delle e sulle donne consentono di osservare la riproduzione come un’arena in cui vengono dispiegati, stratificati ed agiti rapporti di potere tra istituzioni, gruppi sociali e soggetti. Intrecciati tra loro, questi due aspetti consentono di fare luce sui cambiamenti che investono le scelte riproduttive e le pratiche di mothering lungo le traiettorie migratorie attraverso epoche e contesti in continuo divenire, e sugli equilibri – precari e contingenti – tra le varie sfere della vita che si generano.</p> Aurora Massa Serena Scarabello Copyright (c) 2024 https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2024-07-24 2024-07-24 11 1 7 21 10.14672/ada20241pp7-21 La maternità nello spazio transnazionale. Mobilità e scelte di cura che cambiano nelle migrazioni femminili moldave verso l’Italia https://ledijournals.com/ojs/index.php/antropologia/article/view/2455 <p>Mobilità e genitorialità sono processi intimamente intrecciati. Da un lato, la prima colloca la seconda in un più ampio spazio transnazionale all’interno del quale le pratiche di cura e le scelte relative all’esercizio del ruolo genitoriale sono informate da norme, valori, ideali, aspirazioni e bisogni che abbracciano diversi contesti culturali (il paese d’origine, quello d’accoglienza e, talvolta, i diversi “altrove” in cui si diramano le reti diasporiche). Dall’altro, l’evoluzione delle priorità genitoriali e di cura nel corso del ciclo di vita influisce sul progetto migratorio, portando a scegliere – anche a seconda delle opportunità che si dischiudono nel paese di origine e in quello di approdo – l’insediamento, la ri-migrazione o il ritorno. Connettendo diversi livelli (locale, nazionale e transnazionale) e le diverse temporalità della migrazione moldava verso l’Italia, il contributo analizza il nesso mobilità-genitorialità nello spazio transnazionale mettendo in luce quei vincoli ed opportunità che si creano nell’intersezione fra processi economici, socio-culturali, giuridici di ampio respiro e priorità che cambiano nelle diverse fasi del ciclo di vita di madri e padri.</p> Francesca Crivellaro Copyright (c) 2024 https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2024-07-24 2024-07-24 11 1 23 42 10.14672/ada20241pp23-42 Madri che invecchiano, figlie che diventano madri. Aspirazioni, divergenze e mediazioni tra madri e figlie nella diaspora italo-ghanese https://ledijournals.com/ojs/index.php/antropologia/article/view/2456 <p>Questo contributo si basa su una ricerca condotta con donne della diaspora italo-ghanese e pone al centro le tensioni, le divergenze e le mediazioni tra madri con background migratorio e le figlie, cresciute e diventate a loro volta madri in Italia. Attraverso l’analisi di tre esperienze, l’articolo esplora l’evolversi di questa relazione in una specifica fase di vita, caratterizzata dall’invecchiamento delle madri e dalla transizione all’età adulta delle figlie. In particolare, la riflessione si addentra nei processi di allontanamento e avvicinamento avvenuti in questa diade relazionale, con l’intento di mettere in luce le linee di continuità e discontinuità intergenerazionale. Viene posta particolare attenzione alla dimensione delle aspirazioni e a come queste, coltivate dalle madri nel corso della migrazione, possano entrare in contrasto con le scelte e le priorità di vita delle figlie. Il focus sulle frizioni relazionali consente, inoltre, di osservare i processi di costruzione del sé, i posizionamenti rispetto ad aspettative e modelli sociali e il modificarsi degli immaginari sul futuro delle due generazioni femminili.</p> Serena Scarabello Copyright (c) 2024 https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2024-07-24 2024-07-24 11 1 43 63 10.14672/ada20241pp43-63 Negoziazioni, strategie e progetti etici: la trasmissione delle memoria di violenza tra le madri siriane in esilio https://ledijournals.com/ojs/index.php/antropologia/article/view/2457 <p>Questo articolo si incentra sulle narrazioni e sulle pratiche di trasmissione intergenerazionale di violenza da<br />parte delle donne siriane. Basato su dati raccolti nel corso di 14 mesi di ricerca etnografica a Istanbul e<br />Berlino nel 2022/2023, l'articolo si interroga sui modi in cui le esperienze di violenza vengono tramandate ai<br />figli cresciuti in un contesto di esilio. Le modalità e le pratiche di comunicazione delle esperienze di violenza<br />da parte delle donne siriane sono caratterizzate da negoziazioni complesse e strategie ponderate. I bambini<br />svolgono un ruolo attivo in questo processo di trasmissione intergenerazionale del sapere. Attraverso l’analisi<br />degli atti verbali e non verbali di condivisione dei ricordi, l’articolo suggerisce di considerare tali atti come<br />equilibri ambivalenti e progetti etici finalizzati a una vita vivibile per la propria prole, la generazione<br />successiva e la società siriana all'interno e all'esterno dei confini nazionali.</p> Magdalena Suerbaum Copyright (c) 2024 https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2024-07-24 2024-07-24 11 1 65 83 10.14672/ada20241pp65-83 Le esperienze di maternità al confine del Brennero alla prova delle migrazioni internazionali e del fenomeno della tratta a scopo di sfruttamento sessuale e lavorativo https://ledijournals.com/ojs/index.php/antropologia/article/view/2458 <p>Questo contributo nasce da due esperienze di ricerca condotte tra il 2017 e il 2022. La prima, lungo la rotta del Brennero, in cui ho analizzato il modo in cui la riproduzione di confini geografici, materiali e simbolici, costruisce esperienze di maternità precarizzata per le donne curde e nigeriane incontrate. La seconda, per il progetto INSigHT (Building Capacity to Deal with Human Trafficking and Transit Routes in Nigeria, Italy, Sweden), in cui ho avuto modo di tornare sul campo e concentrarmi sulle narrazioni prodotte sulle donne da parte di istituzioni e servizi. I casi che analizzerò sono relativi alle traiettorie di alcune madri di nazionalità curda e nigeriana, per le quali la maternità assume diversi significati dipendenti dalla precarietà legale ed esistenziale prodotta nel contesto di frontiera studiato.</p> Serena Caroselli Copyright (c) 2024 https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2024-07-24 2024-07-24 11 1 85 104 10.14672/ada20241pp85-104 Come pensano i servizi socio-sanitari? Servizi di salute riproduttiva e donne migranti: la mancata “calibrazione culturale" https://ledijournals.com/ojs/index.php/antropologia/article/view/2459 <p>I risultati ottenuti per mezzo di una ricerca etnografica condotta nel 2018 e finalizzata a investigare la relazione tra le donne migranti e i servizi socio-sanitari dedicati alla salute riproduttiva a Verona, fungeranno da leva per l’approfondimento e la messa a fuoco di una serie di elementi (convenzioni, stereotipizzazioni, pregiudizi) che sono alla base di ciò a cui si attribuisce l’etichetta di “cultura” dei servizi. Parafrasando il lavoro di Mary Douglas, ci chiederemo: come pensano i servizi socio-sanitari? L’obiettivo è quello di rendere visibile l’azione delle istituzioni e dei servizi socio-sanitari nei processi di presa in carico dei bisogni di salute sessuale e riproduttiva di donne migranti, gli “scarti” e le “frizioni” che si determinano nella relazione tra servizi e utenza migrante e, infine, l’agency degli attori istituzionali.</p> Giuliana Sanò Pamela Pasian Francesco Della Puppa Copyright (c) 2024 https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2024-07-24 2024-07-24 11 1 105 125 10.14672/ada20241pp105-125 Attese di maternità. Storie di donne non (ancora) madri nella diaspora eritrea in Italia https://ledijournals.com/ojs/index.php/antropologia/article/view/2460 <p>Sulla base di un’etnografia svolta tra Roma e Milano con le migranti dall’Eritrea, questo articolo mette al centro storie di donne che non hanno avuto figli con l’obiettivo di esplorare racconti, esperienze e dilemmi rispetto alla propria mancata o ritardata traiettoria riproduttiva. Ampliando il concetto di “fratture della riproduzione”, il testo indaga, da un lato, i modi in cui le difficoltà connesse alla migrazione e i nuovi immaginari di femminilità influenzano tali traiettorie. Dall’altro lato, si focalizza sulle conseguenze sociali e famigliari della mancata adesione di queste donne alle aspettative di maternità diffuse tra i loro gruppi (locali, diasporici e transnazionali) di riferimento. Da questa prospettiva, l’articolo fa luce sul peso che la maternità ha nelle aspirazioni delle migranti, esplora i modi in cui le soggettività femminili sono assemblate e riassemblate e riflette sul concetto di agency in un contesto fatto di costrizioni, limitazioni e occasioni mancate.</p> Aurora Massa Copyright (c) 2024 https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2024-07-24 2024-07-24 11 1 127 147 10.14672/ada20241pp127-147