Morire al futuro
Lettura computazionale di "Il colibrì"
DOI:
https://doi.org/10.14672/20211856Parole chiave:
Eutanasia; Tempi verbali; Critica computazionale; Intenzione paradossale; Morte attiva/morte passivaAbstract
Benché il futuro appartenga morfologicamente alla sfera della realtà, e quindi rientri nel modo indicativo, la linguistica di orientamento cognitivista ha chiarito come in italiano il futuro si riferisca a fatti che sono contraddistinti da indeterminatezza e incertezza, in sostanza un mondo possibile di incerta realizzazione, mentre quando ci si vuole riferire ad azioni compiute in un momento posteriore a quello dell’enunciazione, senza specificazioni cronologiche, si usa il presente (detto presente pro futuro). Il contributo analizza il romanzo di Sandro Veronesi Il colibrì, in cui il tema dell’eutanasia e del fine-vita è predominante, riscontrando con strumenti computazionali come l’uso del futuro diventi statisticamente marcato nei capitoli in cui la morte attiva del protagonista del romanzo sembra non riservargli più alcun futuro. Il testo di Veronesi testimonia da un lato la indeterminatezza del tempo futuro in italiano, ma dall’altro vi ricorre in modo marcato proprio per configurare un mondo cognitivamente possibile.
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