La dimensione spaziale dell’entrelacement: "Palazzo Yacoubian"
DOI:
https://doi.org/10.14672/20242671Abstract
Fa parte della tradizione letteraria araba, come sostiene l’eminente critico Kilito, trasformare affabulazioni, processi giudiziari, cerimonie rituali e rappresentazioni teatrali in una messinscena di drammi sociali che equivalgono a una dichiarazione di sovranità dell’ordine contro l’indeterminatezza e il disordine. La letteratura contemporanea araba, e in particolare oggi al-Aswani, mostrano come le storie vengano utilizzate come un vero e proprio tool: ciò si riscontra nel romanzo Palazzo Yacoubian, dove tutti raccontano qualcosa per mentire, nascondersi, sopraffare, rimodellando le loro life narratives in relazione al genere, all’età, alla personalità dell’ascoltatore e al rapporto che hanno con esso, nel tentativo di prevedere la sua reazione e persuaderlo: una particolare attenzione in cui, va detto, si riconosce sempre l’antica ossessione da parte di Sherazade, nelle Mille e una notte, circa gli effetti prodotti su Shariyar dalle storie che ella gli narra nottetempo. In Palazzo Yacoubian la categorizzazione degli spazi innesca una logica del contagio narrativo che lega indissolubilmente la morfologia dell’entrelacement alla dimensione abitativa.
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