Internato o espulso
Pratiche abitative in "Works" di Vitaliano Trevisan
DOI:
https://doi.org/10.14672/20242674Abstract
Works di Vitaliano Trevisan presenta una articolata fenomenologia dell’esperienza abitativa, suddivisa in diversi perimetri: la casa famigliare, la casa posto fisso, la casa sostituiva. La casa famigliare, sia essa la casa d’origine oppure la casa coniugale, si configura come elemento estremamente negativo per il narratore, perché da esse viene espulso, per di più da personaggi femminili teoricamente amorevoli (mamma, sorella e moglie); contemporaneamente la casa assume sempre una natura di dispositivo disciplinare: laddove ammesso, il protagonista del libro è relegato in una posizione subordinata e castrante, vivendo così una situazione lacerante che lo rende al contempo internato ed espulso. Di qui la ricerca di case alternative in grado di liberarlo dall’incubo dell’abitare come lavoro e come posto fisso nonché dall’incubo dell’istanza femminile per trovare il luogo impossibile dove esprimere la propria identità di scrittore.
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Pubblicato
2024-12-11
Come citare
Rondini, A. (2024). Internato o espulso: Pratiche abitative in "Works" di Vitaliano Trevisan. Comparatismi, (9). https://doi.org/10.14672/20242674
Fascicolo
Sezione
The Private Dimension of Dwelling – La dimensione privata dell'abitare
Licenza
Copyright (c) 2024 Andrea Rondini
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