Guy de Maupassant: lo spazio privato della follia

Autori

  • Valentina Conti

DOI:

https://doi.org/10.14672/20242676

Abstract

A partire dalla nascita del romanzo moderno sino a oggi, almeno in Occidente, la casa è ed è stata spesso il luogo privilegiato per rappresentare una dimensione allucinata e misteriosa all’interno della trama. Non è da meno Guy de Maupassant: in alcuni suoi racconti, infatti, la casa cessa di essere un simbolo dello spazio familiare, un rifugio fisico e spirituale o il luogo dell’espressione individuale, per trasformarsi in un luogo invivibile, con manifestazioni di entità inquietanti, in cui scompare un netto confine tra l’interiorità del personaggio e l’esteriorità del mondo reale. Il contributo analizza alcuni racconti di Maupassant, in cui la casa è stato psicopatologico del personaggio, mentre gli elementi inquietanti al suo interno (come gli specchi) amplificano e riflettono le ansie del personaggio stesso.

##submission.downloads##

Pubblicato

2024-12-11

Come citare

Conti, V. (2024). Guy de Maupassant: lo spazio privato della follia. Comparatismi, (9). https://doi.org/10.14672/20242676

Fascicolo

Sezione

The Private Dimension of Dwelling – La dimensione privata dell'abitare