La dimensione dell’abitare nella scrittura ergodica della "Casa di foglie" di Mark Z. Danielewski
DOI:
https://doi.org/10.14672/20242677Abstract
Il saggio intende focalizzare l’attenzione sulla dimensione dell’abitare per come emerge dal romanzo ergodico Casa di foglie (2000) di Mark Z. Danielewski. Il racconto si muove su più livelli parallelamente ed è tenuto insieme da un lato dalla presenza mutaforme della casa, dall’altro da quella attiva del lettore. Qui il lettore è chiamato a indagare il mistero che circonda la casa di Ash Tree Lane, indiscussa protagonista del romanzo, posta come motore da cui l’azione si irradia. La casa è il mostro che riempie d’angoscia le vite dei personaggi, crescendo su se stessa, senza che, fuori, se ne abbia alcune percezione. La casa diventa, cioè, un labirinto che, nelle sue misteriose deformazioni, diviene da un lato l’emblema dell’assenza, che segna a vari livelli le vite di coloro che la abitano, dall’altro la rappresentazione stessa della lettura e del lettore.
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