Che mondo abitare?
Letture estetico-politiche di una doppia cittadinanza
DOI:
https://doi.org/10.14672/20242690Abstract
Il dilemma di quale mondo abitare, presente o futuro, incide profondamente sull'esperienza intima e privata del vivere cristiano, ma ha anche una rilevanza politica significativa. È questo un percorso all’interno del quale il fedele viene dipinto come colui che realmente abita due mondi: i cristiani vivono su questa Terra, ma non si identificano con essa, fondando così la possibilità della duplicazione della cittadinanza (Agostino). La leggenda del grande Inquisitore di Dostoevskij, e le interpretazioni che ne vengono proposte da Jacob Taubes e Carl Schmitt, rivestono in quest’orizzonte un ruolo fondamentale. Sono allora due differenti concezioni dell’abitare che implicano due compiti politici contrapposti, come emerge anche nel dibattito contemporaneo (Jean Luc-Nancy e Giorgio Agamben da un alto, e Alain Badiou o Chantal Mouffe, dall’altro). L'articolo sostiene che la scelta di quale mondo abitare non è solo una questione politica o teologica, ma rivela un'esperienza fondamentalmente letteraria: solo letterariamente è possibile abitare questo mondo.
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