Venezia tra Sodoma e Gomorra: l’ogiva, il linguaggio, il segno
DOI:
https://doi.org/10.14672/20242696Abstract
Questo articolo è una rilettura dell’episodio veneziano di Albertine disparue sul filo semiologico del problema della forma che governa l’intero movimento di senso e l’intera strategia narrativa del capitolo. La mia analisi si concentra, specificamente, sulla forma ogivale della finestra dell’hotel dove appare l’immagine della madre di Marcel in attesa che il figlio rientri; sulla forma del cappuccio che arricchisce il mantello in cui è avvolto il giovane della Compagnia della Calza nel celeberrimo Il miracolo della Croce a Rialto di Vittore Carpaccio; e infine sulla forma a collo di cigno assunta dalla gamba di Albertine nel momento della sua culmination con la giovane lavandaia. Ciascuna di queste forme è la rappresentazione verbo-visiva della posizione assunta dal narratore nel campo del desiderio.
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