Plasticità deflagrate. "Alla cieca" di Claudio Magris
DOI:
https://doi.org/10.14672/20253122Parole chiave:
Alla cieca, Claudio Magris, Generi letterari, Metatestualità, RomanzoAbstract
Il contributo si prefigge di analizzare Alla cieca (2005) di Claudio Magris come testo che problematizza in maniera radicale e irriducibile lo statuto della forma romanzo. Lungi dall’essere romanzo storico in senso tradizionale, Alla cieca unisce tra loro l’autobiografia, l’epopea, il referto clinico, il mito e la scrittura saggistica in una forma palinsestica e a più voci. Ne consegue come la narrazione sfoci in un “romanzo-mixtape” e “romanzo-mashup”, in cui frammenti eterogenei – dalla mitologia classica ai documenti storici – vengono sovrapposti e riscritti, in nome di una ibridazione consapevole che destabilizza i confini dei generi e genera un testo che si fa e si disfa continuamente. Attraverso questa fluidità, Claudio Magris mette in crisi la nozione di genere come categoria stabile, trasformandolo in energia dinamica, in continua tensione tra memoria e invenzione. Alla cieca diventa così il laboratorio di un “romanzo proteiforme”, dove il dialogo tra i generi è parte integrante della rappresentazione della Storia e della riflessione metatestuale sulla scrittura.
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