L’autoritratto o del vedersi vedere. Forme e retoriche di un non-genere letterario

Autori

  • Viviana Triscari Università di Catania

DOI:

https://doi.org/10.14672/20253124

Parole chiave:

Autoritratto, Autobiografia, Generi, Identità, Scrittura

Abstract

Se l’autoritratto è un genere storicamente codificato e dall’identificazione poco problematica nel campo delle arti figurative molto più complessa appare la sua eventuale collocazione nell’ambito della letteratura. Il riconoscimento a posteriori dell’autoritratto letterario come genere dotato di specificità proprie - che lo distinguano rispetto ad altre tipologie di scrittura del sé - si deve alla proposta teorica del critico francese Michel Beaujour (1980), il quale ne rintraccia la genealogia facendola risalire sino a quello medievale degli specula. Prendendo spunto dalle sue riflessioni il contributo intende indagare l’intreccio tra la forma del testo, la sua dimensione visiva e la quȇte identitaria ivi intrapresa dall’autore. L’analisi avrà per oggetto quattro testi, riuniti in coppie per via della loro vicinanza cronologica e tematica: Notturno di Gabriele D’Annunzio e L’âge d’homme di Michel Leiris, Autoritratto automatico di Umberto Fiori e Autoportrait di Éduard Levé. 

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Pubblicato

2025-11-20

Come citare

Triscari, V. (2025). L’autoritratto o del vedersi vedere. Forme e retoriche di un non-genere letterario. Comparatismi, (10), 439–456. https://doi.org/10.14672/20253124

Fascicolo

Sezione

La funzione della teoria dei generi letterari negli studi di comparatistica