Il linguaggio adamitico delle immagini
Riflessioni narratologiche sul disegno sequenziale dei bambini
DOI:
https://doi.org/10.14672/20222066Parole chiave:
Rappresentazione grafica; Analisi narratologica; Competenze cognitivo-emotive.Abstract
Sin dalla prima infanzia, comprendiamo la realtà a partire dal codice visivo e gradualmente linkiamo i concetti acquisiti alle etichette verbali. È questa consapevolezza che ha portato la comunità scientifica a riconoscere il disegno in età infantile sia come strumento che consente di rivelare la realtà percepita sia come attività che potenzia l’evoluzione cognitiva. Nella classica prospettiva intellettuale di Luquet i bambini sarebbero in grado di disegnare ciò che riescono a rappresentare a livello cognitivo, mentre secondo l’approccio estetico di Rhoda Kellogg i primi scarabocchi sarebbero guidati dal piacere visivo. I più recenti studi internazionali di psicologia evolutiva hanno descritto le abilità cognitive coinvolte nelle attività di rappresentazione grafica e al tempo stesso la lenta ma inesorabile evoluzione delle competenze espressive, necessarie per veicolare significati attraverso i visual clues. Attualmente la narratologia può offrire un quadro più completo, spiegando ad esempio le modalità di inserimento dei personaggi, la costruzione del setting e le strategie grafiche. In particolare, il disegno sequenziale costituisce lo strumento privilegiato che consente ai bambini di selezionare un evento, di progettarlo secondo un’evoluzione temporale e di segmentarlo graficamente in più frames. Progettazione, memoria e mind reading sono solamente alcune delle competenze chiamate in causa.
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