Margini della città
DOI:
https://doi.org/10.14672/ada2002102%25pAbstract
Tra i tanti suoi effetti, l’attentato di New York dell’11 settembre 2001 ha provocato una profonda e radicale rottura nel modo di intendere la (auto)rappresentazione del potere; per molto tempo, anche dal punto di vista urbanistico e architettonico, essa era stata concepita come disposta lungo due direttrici principali verticale e orizzontale; geografia oscillante tra alto e basso, tra margine e centro. Quest’ultimo elemento è stato centrale nel dibattito degli anni Novanta intorno agli agglomerati urbani caratterizzati da forti polarizzazioni sociali e da profonde diseguaglianze, quell’insieme di processi politici, economici e socio-culturali che hanno dato vita alle “città globali” studiate più di recente da Saskia Sassen(1997)Downloads
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