James Mooney e i nativi d’America. Efficacia terapeutica, libertà di culto e advocacy in un pioniere della ricerca antropologica

Autori

  • Enzo Vinicio Alliegro

DOI:

https://doi.org/10.14672/ada2019152563-91

Parole chiave:

James Mooney, Storia dell’antropologia, Ricerca di campo, Movimenti messianici, Efficacia terapeutica

Abstract

A partire da alcune importanti sollecitazioni storiografiche di Ugo Fabietti si analizza la figura di James Mooney, studioso di origine irlandese che tra Ottocento e Novecento svolse tra i nativi d’America una significativa attività di ricerca quale antropologo del Bureau of American Ethnology. Ricostruito il percorso formativo e gli interessi di studio, messe in chiaro le specificità teoriche tese a superare i dettami dell’evoluzionismo, evidenziati taluni aspetti innovativi della ricerca di campo basati anche sull’uso pionieristico dei sistemi di registrazione audiovisuale, l’attenzione è focalizzata sui concetti di efficacia terapeutica e di libertà religiosa presenti nelle ricerche condotte da Mooney sui movimenti messianici (Ghost Dance) e sulle pratiche religiose (Peyote Religion). Mediante l’impiego di fonti documentarie molteplici e il confronto con la letteratura internazionale di riferimento, si analizzano i tratti portanti di un modo particolare di concepire il sapere antropologico, in cui la comprensione delle culture altre non è affatto disgiunta da una serrata attività pubblica di difesa dei nativi.

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Pubblicato

2019-04-18