Per un’antropologia estetica della crisi ecologica: Teatro, arti visive, e «crisi della presenza» nella città di Taranto
DOI:
https://doi.org/10.14672/ada20223pp111-132Parole chiave:
arte, antropologia, fotografia, teatro, performance, ecologiaAbstract
Partendo dal dialogo tra un’artista e un’antropologa, questo articolo esplora le modalità attraverso cui alcuni artisti si stanno rapportando alla crisi ambientale, e indaga il modo in cui le loro pratiche e intuizioni estetiche possano informare il lavoro degli etnografi in contesti fortemente inquinati come la città di Taranto. Di particolare interesse è l’approccio con cui l’artista tarantina Isabella Mongelli è entrata in dialogo con la crisi ecologica della città pugliese attraverso una mobilitazione sensoriale utile a comprendere l’esperienza psicofisica del veleno e della tossicità industriale nella sua continua oscillazione tra visibilità e invisibilità. Ponendo attenzione alle pratiche artistiche che si distaccano da uno sguardo estetizzante delle catastrofi, l’articolo si propone di tracciare e riconfigurare il rapporto tra arte (come sfera autonoma) e politica (come azione diretta), mettendo in luce la rilevanza politica dell’esperienza sensoriale e degli stati emotivi nello studio antropologico della crisi ambientale.
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