Prigionieri politici e contrabbando di sperma dalle carceri israeliane. Nuovi scenari riproduttivi e di genere in Palestina
DOI:
https://doi.org/10.14672/ada20223pp133-152Parole chiave:
Palestina, mogli di prigionieri, carceri israeliane, procreazione medicalmente assistita, genereAbstract
L’articolo propone i risultati di una ricerca condotta in Palestina intervistando mogli di prigionieri politici che si sono sottoposte a un trattamento di riproduzione medicalmente assistita durante la prigionia dei mariti. Collocandosi in un filone di studi interessato a indagare le eterogenee applicazioni delle nuove tecnologie riproduttive nei diversi contesti socioculturali, questo articolo esamina il fenomeno del contrabbando di sperma di prigionieri politici palestinesi dalle carceri israeliane per poi indagare le conseguenze che questo ha in termini di possibilità riproduttive e ruoli di genere. Con l’obiettivo di rendere più complesse le letture di stampo politico e biopolitico, ampiamente diffuse quando si parla del conflitto israelo-palestinese, osservo questo fenomeno innanzitutto come scelta riproduttiva suggerendo che questa pratica apra di fatto alle donne la possibilità di creare famiglie monogenitoriali e sottolineando come queste gravidanze permettano agli uomini incarcerati di soddisfare l’imperativo riproduttivo che collega la maschilità alla paternità.
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