Il mestiere della guerra: l’organizzazione della violenza e del lavoro maschile in Sierra Leone e in Liberia
DOI:
https://doi.org/10.14672/ada2015295%25pParole chiave:
Antropologia, etnografia, guerra, Sierra Leone, LiberiaAbstract
Secondo numerosi osservatori, i combattimenti scoppiati dal 1989 al 2003 nei paesi dell’Africa occidentale della Mano River Union (Sierra Leone, Liberia e Guinea) erano la dimostrazione che questa regione fosse estranea all’economia globale e rappresentavano una regressione verso una violenza tribale e primitiva. In realtà, la guerra lungo il fiume Mano è stata un conflitto post-moderno per eccellenza. La ricerca etnografica fra i combattenti, in entrambi i lati della frontiera, mostra che in questo campo di battaglia si era affermata una politica economica fondata sul lavoro violento, all’interno di un continuum che includeva l’estrazione dei diamanti e dell’oro nel profondo della foresta pluviale, la raccolta della gomma nelle piantagioni regionali e le campagne elettorali a favore dei politici nelle principali città della regione. Lungi dall’essere una regressione verso uno stato pre-moderno, le dinamiche dell’aggregazione e del dispiegamento della forza lavoro nel mestiere della guerra suggeriscono che questa regione era, ed è tuttora, un laboratorio per il capitalismo del futuro.
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