Paraletteratura: i limiti di un concetto critico nella definizione dei generi letterari
DOI:
https://doi.org/10.14672/20253094Parole chiave:
Paraletteratura, Letteratura di genere, Genere letterario, Fantascienza, Letteratura contemporaneaAbstract
In Italia, la letteratura di genere è stata a lungo dismessa in toto come forma letteraria marginale, e l’intera varietà delle sue manifestazioni è stata rubricata sotto il termine, indistinto e foriero di equivoci, di paraletteratura. Questo contributo illustra perché una simile visione (e divisione) non è soltanto gravemente limitata e limitante quando si tratta di affrontare la complessità dei fenomeni letterari, ma, dal momento che si focalizza esclusivamente sulla sua dimensione letteraria, fallisce nel cogliere le articolate sfumature che il genere ha assunto nel presente. La prima parte di questo contributo prende in esame alcuni testi critici che, in ambito franco-italiano, operano una simile distinzione rigida tra letteratura e paraletteratura (Ricci, Rak, Spinazzola, Couégnas, Simonetti); la seconda, adottando come caso di studio la fantascienza e applicando le teorizzazioni di John Rieder e Damien Broderick, illustra definizioni alternative di un genere che tengano conto della sua complessità, transmedialità, e soprattutto delle dinamiche editoriali e materiali della sua produzione.
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