Disegni contro la morte
Per una fenomenologia del desiderio nella narrativa metamoderna
DOI:
https://doi.org/10.14672/20211842Keywords:
Desiderio; pulsione; morte; racconto; metamodernoAbstract
Il saggio esplora l’interazione tra una spinta semiotica in avanti (anticipazione) e una spinta semiotica all’indietro (retrospezione), attive sia nella codificazione che nella decodificazione di ogni testo narrativo: il narratore costruisce la storia in funzione di un finale desiderabile in quanto differito, a partire dal quale la storia dovrà mostrarsi totalmente risolta; il lettore attraversa la storia desiderando sapere come va a finire e immaginandola risolta a partire dal finale che via via il testo e la sua enciclopedia gli lasciano supporre. Questa doppia spinta chiama in causa il desiderio congiunto di correre alla fine e di sostare nel mezzo, di concludere e di ripetere, di sciogliere e di (col)legare, per chiarire il quale Peter Brooks ricorre alla teoria freudiana delle pulsioni. Appare così chiara l’ambivalenza dell’esperienza di ogni narratore o lettore, che se da un lato desidera appropriarsi della storia, sforzandosi di arrivare alla costruzione di significati in unità sempre maggiori, totalizzando le sue esperienze nel tempo e afferrando passato, presente e futuro in forme significanti sempre più estese, dall’altro lato desidera disfarsi della storia, raggiungendo il momento di piena realizzazione (e di totale esaurimento) della produzione del senso, poiché il senso si precisa definitivamente soltanto alla fine e il desiderio narrativo è in fondo desiderio della fine. Desiderio di costruzione e desiderio di scioglimento sono le due facce del Giano bifronte abitato da chi racconta e chi legge: la spinta propulsiva a (ri)costruire il mondo diegetico e la propria esistenza al suo interno coesiste con la spinta dissolutiva ad arrivare all’estremo limite di quel mondo e a lasciarlo andare, mettendo fine anche alla propria esistenza al suo interno.
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