Le visual narratives e il desiderio di raccontare
"Maus" e dintorni
DOI:
https://doi.org/10.14672/20211847Keywords:
Visual narratives; Narrazione post-traumatica; Desiderio di ascoltare; Desiderio di narrare; Integrazione codice verbale-iconicoAbstract
«Voglio narrare la tua storia, così com’è andata veramente»: Art Spiegelman apre in questo modo il celebre graphic novel Maus, che ha come obiettivo principale quello di raccontare l’esperienza autobiografica del padre Vladek nella Polonia della Seconda guerra mondiale. Un’esperienza drammatica che necessita di un narratario che non solo sia in grado di accogliere in modo autentico la testimonianza, ma anche di attribuirvi un significato. Art sembra essere colui che ha la necessità di ascoltare gli eventi (desiderio di ascoltare), mentre Vladek colui che ha la necessità di raccontarli (desiderio di narrare). Spiegelman sembra essere consapevole della valenza adattiva del desiderio: per sopravvivere, in alcuni casi, è necessario desiderare ‒ e di conseguenza, raccontare. Per strutturare questo desiderio, oltre alle numerose metalessi visive e alle metafore animali che consentono ai lettori di provare empatia nei confronti dei protagonisti, l’autore costruisce un impianto narratologico complesso basato sulla struttura intrinseca dellevisual narratives. È proprio l’integrazione tra i due codici semiotici – linguaggio verbale e rappresentazione grafica ‒ che consente di cogliere la reale complessità della vicenda.
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