I diavoli e Dante: paura, identità e “sconfinamenti”
DOI:
https://doi.org/10.14672/20232294Keywords:
Divina Commedia, Paura, Identità, Dinamiche del desiderioAbstract
Il presente articolo tenta di analizzare la paura e l’angoscia che emergono in due gruppi di canti della Divina Commedia: la “tragedia” alle porte di Dite (Inf. VIII-IX) e la “commedia” o “farsa” della quinta Bolgia (Inf. XXI-XXIII), nei quali le emozioni di Dante e Virgilio, che subiscono le aggressioni dei diavoli, giocano un ruolo centrale nella narrazione. Se da un punto di vista teologico l’esperienza della paura indica il rischio per l’agens di cedere a una peccaminosa disperazione della Salvezza, si può tentare di una lettura più sottile dei due episodi: su un piano più specificamente filosofico, infatti, la paura sembra costituire una situazione emotiva attraverso la quale l’agens può, in termini heideggeriani, aprirsi alle proprie possibilità superiori e oltrepassare se stesso.
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