Narrare la vergogna del proprio passato fascista
Giuseppe Berto e Vitaliano Brancati
DOI:
https://doi.org/10.14672/20222026Parole chiave:
PTSD; Fascismo; Luftkriegsliteratur; Giuseppe Berto; Vitaliano Brancati.Abstract
Come hanno potuto gli intellettuali un tempo fascisti ricostruire le proprie vite, contraddistinte dal passato coinvolgimento con un regime criminale, nel contesto di una rinnovata comunità nazionale nata dalla sconfitta della loro ideologia? Il presente contributo analizza questa fondamentale questione attraverso la produzione letteraria di Giuseppe Berto e Vitaliano Brancati. Le loro opere durante la transizione verso la democrazia si distinguono per un’ammissione senza compromessi di responsabilità personale, in un periodo in cui la maggior parte degli intellettuali che avevano sostenuto il regime descrivevano il passato coinvolgimento come un disorientamento temporaneo, prima delle conversioni alle nuove fedi politiche del dopoguerra. Berto e Brancati hanno preferito invece narrare la loro colpa attraverso un difficile ‘linguaggio della responsabilità’, che elabora il trauma individuale e la vergogna senza riscatto della generazione educata sotto il regime, che ha testimoniato in prima persona il collasso degli ideali di gioventù.
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