Gli ipertesti, dove sono? E il web, vive forse in eterno?

Alla ricerca di una letteratura ipertestuale perduta

Autori

  • Paolo Sordi

DOI:

https://doi.org/10.14672/20222070

Parole chiave:

Ipertesto; Letteratura elettronica; Narrazione; Informatica umanistica.

Abstract

La letteratura ipertestuale si afferma con l’avvento del world wide web. Debitori delle teorie postmoderniste, autori come Michael Joyce, Stuart Moulthrop, George P. Landow hanno monopolizzato il genere enfatizzando gli hyperlink come strumento di sovversione gerarchica delle strutture delle storie. Web 2.0 e definitiva digitalizzazione di ogni esperienza vitale impongono, da una parte, una rivisitazione della definizione di ipertesto; dall’altra, segnano con i social media l’esplosione di una narrativa del quotidiano. In questa prospettiva, un racconto giornalistico come Snow Fall, pubblicato sul sito del «New York Times» nel 2012, dimostra la perdurante vitalità di una letteratura ipertestuale disposta a mettere al centro della sua narrazione multimodale il testo, in alternativa a una letteratura elettronica orientata sempre di più verso le piattaforme e gli algoritmi delle app visuali.

##submission.downloads##

Pubblicato

2022-12-07

Come citare

Sordi, P. (2022). Gli ipertesti, dove sono? E il web, vive forse in eterno? Alla ricerca di una letteratura ipertestuale perduta. Comparatismi, (7). https://doi.org/10.14672/20222070

Fascicolo

Sezione

Saggi