La pietà negata
Il romanzo come forma della disempatia
DOI:
https://doi.org/10.14672/20232284Parole chiave:
Empatia, Disempatia selettiva, Teoria del romanzo, Poetica cognitiva, Personaggi secondariAbstract
Negli ultimi decenni studiosi di teoria letteraria e neuroscienze hanno confermato il legame tra finzioni narrative e sollecitazione empatica, segnalandone anche aspetti paradossali e controversi (Keen, Hoffman e Gottschall), come il pericolo della sovrattivazione empatica e delle reazioni negative alle tecniche letterarie empatizzanti. A partire da queste osservazioni, si avanza la proposta di leggere il genere romanzesco come spazio per la rinegoziazione e la disattivazione selettiva dei rapporti empatici e di cura reciproca precedentemente sanciti dalla norma cristiana, e diventati insostenibili con la fusione delle secolari comunità locali in una sconfinata comunità globale.
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