“Rimescolarsi il sangue”
Forme e dimensioni della colpa nelle finzioni testimoniali
DOI:
https://doi.org/10.14672/20232297Parole chiave:
Finzioni testimoniali, Colpa, Carnefice, Littell, TarabbiaAbstract
Il contributo indaga la rappresentazione della colpa nelle Benevole (2007) di Jonathan Littell e nel Demone a Beslan (2011) di Andrea Tarabbia. L'analisi coglie in primo luogo le forme tramite cui essa si manifesta nei testi: in Aue, si assiste a una serie di somatizzazioni (dissenteria, vomito) innescate dagli eventi di guerra cui prende parte; in Marat, il rimorso per le vite stroncate dall'attentato si concretizza nei due demoni che gli appaiono durante la notte. In seguito, viene preso in considerazione l'aspetto della ricezione: l'esibizione della sofferenza da parte di chi parla innesca nel lettore un processo cognitivo complesso e contraddittorio, data la natura negativa delle voci narranti (un nazista e un terrorista). Proprio questo vincolo empatico, però, è la premessa necessaria per accogliere la riflessione sul Male che le finzioni testimoniali portano avanti.
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