Da Pentesilea a Euridice
La Casa Seca di Camille Mallarmé
DOI:
https://doi.org/10.14672/20242678Abstract
Il presente articolo intende soffermarsi sulla rappresentazione delle dimore all’interno del romanzo La Casa Seca (1916) della scrittrice francese Camille Mallarmé (1886-1960). Nello specifico, il saggio mira ad analizzare il legame tra soggetto femminile e la pratica dell’abitare, che all’interno del libro si concretizza in una duplice topologia narrativa: lo spazio della nascita, da un lato, e lo spazio dell’annullamento identitario dall’altro. Nondimeno, cercheremo di rendere conto dell’alternanza tra dimore estensive e dimore ostensive, che nel configurare una dicotomia abitativa (potenziante e repressiva), permettono altresì di riflettere sulla “non abitabilità” dello spazio e la conseguente dissolvenza del soggetto abitatore, che nel caso della letteratura femminile sollecita ulteriori riflessioni sul ruolo della donna e lo spazio domestico quale spazio normativo.
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