Il saggio personale femminista antirazzista di Reni Eddo-Lodge e Nadeesha Uyangoda. Per una decostruzione degli spazi bianchi nel Regno Unito e in Italia
DOI:
https://doi.org/10.14672/20253109Parole chiave:
Saggio personale femminista antirazzista, Intersezionalità, Razzismo strutturale, Reni Eddo-Lodge, Nadeesha UyangodaAbstract
Partendo dalla definizione di personal essay, il genere letterario attraverso cui le accademiche femministe statunitensi hanno rivendicato non soltanto il proprio diritto all’autorappresentazione ma anche alla produzione dei saperi e alla teorizzazione, il presente articolo esamina come tale genere letterario sia stato ampiamente utilizzato da intellettuali e attiviste femministe nere e of color per denunciare il razzismo negli Stati Uniti. Qui viene coniata la definizione di “saggio personale femminista antirazzista” per esaminare un genere letterario in cui la riflessione femminista diventa intersezionale e femministe nere e non bianche che operano nel contesto europeo contribuiscono a denunciare il razzismo strutturale latente nelle società in cui vivono e anche nei movimenti femministi in cui operano. In particolare, si fa riferimento qui a due casi di studio tratti dal contesto britannico e italiano: Why I’m No Longer Talking to White People about Race (2017) di Reni Eddo-Lodge e L’unica persona nera nella stanza (2021) di Nadeesha Uyangoda.
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