La somiglianza come induttore causale
DOI:
https://doi.org/10.14672/20253125Parole chiave:
Isomorfismo, Pensiero magico, Logica causale, Metonimia, AntropomorfismoAbstract
I più recenti studi sul pensiero magico portati a termine dallo psicologo inglese Eugene Subbotsky e un test recente condotto nell’Università di Modena e Reggio Emilia dimostrano come l’homo sapiens abbia ereditato un bias cognitivo in base al quale elementi simili tendono a essere interpretati come l’uno la causa dell’altro, per cui l’isomorfismo è un autentico induttore causale. Invece di costituire una scoria dell’infanzia o di epoche arcaiche, gli studi neuro-cognitivisti forniscono valide evidenza del fatto che l’isomorfismo aiuta a leggere la realtà secondo sistemi classificatori spesso non divergenti dalla logica scientifica, e che la controfattualità in particolare (si tratti di fiabe o di science fiction) costituisca non solo un terreno di sperimentazione della logica causale ma altresì un attivatore di creatività.
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