Da Shakespeare a Verdi, dalle traduzioni ai libretti
DOI:
https://doi.org/10.14672/20253128Parole chiave:
Edizioni, Libretti, Opere, TraduzioniAbstract
L'articolo mira a esplorare il complesso rapporto tra i libretti verdiani e le traduzioni di Shakespeare nell’Italia dell’Ottocento, un campo ancora parzialmente inesplorato soprattutto a causa dell’assenza di una cronologia completa delle edizioni in circolazione nella penisola nel diciannovesimo secolo. Proprio la mancanza di un catalogo esaustivo rende difficile tracciare le scelte di traduzione e individuare le edizioni di riferimento, le varianti testuali e le preferenze dei librettisti, che spesso preferivano specifici traduttori in relazione alle proprie caratteristiche linguistiche e culturali. Un caso emblematico è rappresentato dalla gestazione del Re Lear, il cui progetto, mai portato a termine da Verdi, rivela attraverso le due versioni del libretto di Antonio Somma come le traduzioni di Shakespeare abbiano influito sulle scelte drammaturgiche e compositive, e come la mancanza di una versione definitiva abbia contribuito al fallimento del tentativo. Analizzando le differenze tra le due versioni del libretto, si può risalire alle traduzioni adottate e valutare in che modo queste abbiano modellato il testo e la percezione dell’opera in Italia. La ricerca mette in evidenza dunque l’importanza di una ricostruzione storica e filologica delle edizioni, per comprendere meglio il rapporto tra traduzioni e poetica verdiana evidenziando come le variazioni testuali abbiano influenzato la ricezione e lo sviluppo del melodramma verdiano basato su Shakespeare.
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